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Cristarra

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2010 21:00
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05/04/2010 21:11
 
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Ho raggiunto i 55 punti (40 segnati in scheda) quindi posto il pg. Spero che vada bene. Solo una domandina: le skill con tre livelli (esempio cura ferite, charme) a che livello devo usarle in base ai punti che ho?



Quando nacqui non vidi la luce, ma solo le tenebre più oscure. Le più buie regioni degli inferi erano la mia patria, nessuna stella rischiarava quelle lande. Ma questi sono solo lontani ricordi. Sono un demone delle tenebre, la luce del sole è il mio incubo e il mio tormento. Essa mi ferisce e mi rende cieca. Sono le ombre più oscure le mie uniche vere amiche. Esse mi accompagnano in ogni momento, mi nascondono, mi rafforzano. Io e l'Ombra siamo la stessa cosa, abbiamo una comune essenza. Ora i miei piedi calcano questa terra dove l'odiato sole fa da sovrano, dove la notte succede timidamente al giorno. E la chiara Luce non sembra smettere di perseguitarmi.
Ero poco più di un infante quando la mia famiglia dovette lasciare gli inferi a causa delle rivalità, spesso sanguinose, tra i clan demoniaci. Eravamo sconffitti, reietti, costretti a vivere in un mondo sporcato dalla presenza di luminose creature nemiche. Trovammo rifugio nei fitti boschi dell'ovest, in mezzo a paludi malsane, dove il fitto manto degli alberi ci proteggeva da quell'astro dannato. Ed è da lì che iniziano i miei ricordi più nitidi. All'epoca io ero Osqueen Nubescura. Passavo il mio tempo negli angoli più fitti della foresta, dove i raggi solari non osano addentrarsi. Mi beavo del loro buio abbraccio e esse mi rendevano sempre più forte. Tuttavia, per quanto crescessi nel grembo dell'oscurità, ben presto mi resi conto che rimanendo lì, sarei rimasta sempre e solo una fuggiasca, nascosta e i miei poteri demoniaci sarebbero stati sprecati in una vita solitaria. Ma non avrei mai potuto accettare un destino così infimo, non io. Sarebbe stato un disonore per me e per l'ombra stessa. Se la mia famiglia preferiva continuare a vivere da reietta, facesse pure a suo piacimento. Io mi sarei procurata da sola tutto ciò che volevo. Ero una ragazzina quando fuggii dalla foresta, assumendo per la prima volta la mia umana forma. Per quanto viaggiai, non saprei dirlo, ma di certo non fu un lungo tempo. Nessuno della mia famiglia si scomodò per inseguirmi o venirmi a cercare... o forse semplicemente non riuscirono mai a scovarmi.
Mi aggiravo in uno strano luogo, come mai prima ne avevo visti. Era completamente privo di alberi e piante, ma tante spighe crescevano regolari, come se qualcuno ne avesse piantati i semi tutti nello stesso momento. All'epoca non avevo mai conosciuto un campo di grano. Il sole era appena tramontato ed io ero appena uscita dal nascondiglio diurno, quando sentii rumori di zoccoli di un cavallo alle mie spalle. Quando mi voltai c'era un umano che mi guardava con occhi benevoli. Mi chiese se mi ero persa. E io risposi che ero sola e non sapevo dove andare, non avendo una famiglia. Mentii mostrandomi impaurita e sofferente. L'uomo mi credette e mi condusse a casa sua. E infine mi adottò. Era un proprietario terriero, non troppo ricco, ma benestante. Aveva una moglie, ma nessun figlio. Molti in quei tempi si accorsero della mia stranezza: non uscivo mai di giorno, la stanza che mi assegnarono era sempre immersa nella più completa oscurità. Non accettavo altra compagnia che non fosse quella del buio da cui traevo la mia forza. Il padrone di casa tuttavia non fece caso a nulla... o forse fece sempre finta di non vedere. La sua smania di avere figli lo aveva reso cieco all'evidenza dei fatti. Aveva bisogno di avere a tutti i costi un erede, altrimenti i loro beni sarebbero stati confiscati, non aveva nessuna importanza se questo fosse stato storpio o cieco. Per questo non diede mai peso alla mia peggiore caratteristica: i miei occhi color dell'oro. L'uomo e sua moglie mi allevarono come fossi loro figlia naturale. Dal momento in cui giunsi alla loro casa non fui più Osqueen. Mi liberai da quel nome infamante, simbolo di una stirpe reietta e indegna. Il mio nome divenne Cristarra. Ricevetti una buona educazione e imparai le buone maniere che una signorina di provincia deve conoscere. Il mio istitutore era costretto ad istruirmi in una stanza completamente buia, con solo il lume di una candela. Ma nessuno si permise mai di contrariare quel mio volere. Io apprendevo tutto, fingendomi grata e piena di affetto per i miei genitori adottivi e a loro questo bastava. Naturalmente l'unica cosa che mi interessava veramente era l'eredità che avrei ottenuto alla loro morte, poichè una volta che diventata ricca e potente avrei avuto tutti i mezzi per portare discordia ovunque avessi voluto. O almeno questo era ciò di cui ero convinta. Ma le cose non andarono come io avevo tanto progettato. Passarono diversi anni e ormai ero certa che sarebbe stata questione di poco tempo prima che tutti i possedimenti del mio padre adottivo diventassero miei. Ma un giorno egli mi chiamò nel suo studio privato.
"Cristarra, figlia mia. Come sai sono malato e temo che non rimarrò a lungo in questo mondo. Tu sei la mia unica figlia e la sola a cui vorrei che andasse il mio patrimonio. Ma, ahimè, tu sei una donna. L'unico modo possibile per lasciarti i miei beni è trovarti un marito al più presto. E allora sarà lui a ricevere l'eredità in tua vece." mi disse. Il suo discorso proseguì ancora per lungo tempo, ma io non ascoltai una parola. L'unico modo per ricevere il patrimonio alla sua morte era quello di sposarmi, ma anche allora ogni singolo angolino di terra sarebbe appartenuta a mio marito e non certo a me. E io sarei stata quella che viene chiamata una moglie, ossia la schiava di un vile uomo umano. Mai mi sarei piegata a tanto. Una demonessa non si abbasserà mai ad essere serva degli uomini. In pochi attimi tutti i miei progetti si erano disgregati come un castello di sabbia all'arrivo delle onde del mare. Corsi a rifugiarmi nel buio pesto e protettivo della mia stanza, non sapevo che il peggio doveva ancora venire. Qualche giorno più tardi venni a sapere che a mia insaputa mio padre aveva combinato per me un vantaggioso matrimonio con un ricco mercante di città, Julian Velour, poichè la sua salute andava peggiorando sempre di più ed era ansioso di sistemare la quesione al più presto. In meno di due settimane avrei avuto l'anello a dito. Era ormai chiaro che sarei dovuta andarmene al più presto. Ma se fossi andata via prima del matrimonio, sarebbe significato dichiarmi sconfitta dinnanzi agli eventi. No, non sarei mai fuggita anche se non ero riuscita a raggiungere il mio obiettivo. Gli umani avevano provato a sottomettermi credendomi una sciocca donna umana e a rendermi loro schiava. Ma non si possono mettere catene ai polsi delle ombre. E ora era giunto il momento della vendetta. Due settimane vennero e passarono. Il giorno delle mie nozze fu splendido. La cerimonia fu la più sontuosa a cui avessi mai partecipato, il banchetto ricco e prelibato. Una fede d'oro lucente brillava alla mia mano sinistra. Io sorridevo gaiamente, fingendomi una sposina innamorata quando qualcuno mi chiamava Madame Velour. Ma nessuno poteva sospettare il vero motivo della mia felicità. Giunse la notte di nozze, ma non tutto andò come previsto... per loro. Avevo insistito moltissimo affinchè la cerimonia si tenesse in un giorno di luna oscura, in cui nemmeno le stelle illuminavano il cielo. Non raccontai loro alcuna motivazione, ma io sapevo di dover scegliere il momento più propizio: la notte in cui il buio è più oscuro. Mancava qualche ora all'alba, quando abbandonai il mio travestimento umano per assumere la mia vera demoniaca forma, dalla coda di serpente. E allora fu il sangue di mio marito a bagnare il pavimento della stanza. E dopo il suo venne quello dei miei genitori adottivi. Dolce vendetta tinta di rosso! Tutto era compiuto e io mi sentivo più che mai crudelmente felice. Mi sentivo fremere all'odore della linfa che saturava l'aria, terribile soddisfazione mi suscitava vederla sgorgare dai corpi smembrati... Le mie mani sporche non mi parvero mai così belle. Erano tornate alla loro originaria purezza demoniaca, il sangue aveva lavato via anni di sozzura umana: l'inferiorità e la debolezza degli uomini non mi contaminava più. Sull'anello nuziale alla mia mano cade del sangue e da allora rimase per sempre macchiato. Il sole sarebbe sorto a breve, non avevo tempo da perdere, dovevo fuggire al più presto. Successivamente per la prima volta assunsi lo stadio demoniaco finale e fuggii dalla finestra della stanza, librandomi nell'aria con le mie ali demoniache. Volando sopra la città, avvolta nel buio. Nessuno mi notò, perchè io e l'ombra abbiamo la stessa essenza. D'improvviso vidi una donna che camminava sola per strada. E allora ebbi un'idea. La presi alle spalle e la uccisi. La portai alla stanza dove giaceva il corpo di mio marito, squartai il cadavere della donna e lo misi al mio posto sul letto. In seguito fuggii nuovamente e questa volta per sempre. Nessuno nei mesi successivi seppe mai che la vera colpevole ero io. Mi credevano morta, come tutti gli altri. Ma io ero felice che lo credessero. Finalmente ero libera! Finalmente potevo nutrirmi liberamente della sofferenza altrui, portare discordia e sofferenza. Ero tornata a librarmi al di sopra di quelle inutili e vili creature, tessendo per loro la rete dell'inganno che li avrebbe distrutti. Non mi sarei mischiata mai più con loro, non sarei stata mai più come loro. Dall'alto delle mie tenebre impenetrabili avrei guardato le piccole mosche umane cadere nella mia trappola senza accorgersi di nulla. E giocando con loro avrei trovato il mio divertimento e il proseguimento della mia lenta dolcissima vendetta. Finalmente ero diventata come la vera oscurità, libera da ogni catena, da ogni obbligo. Essa non si può domare, non ha padroni. E' il terreno fertile dell'inganno e così io diventai.
Viaggiai, viaggiai... Percorsi molte lande, portando inganni e tessendo reti alle mie vittime per mio divertimento. Ognuna delle mie vittime mi conobbe come Madame Velour, la dama dagli occhi d'oro. Ancora all'anulare della mia mano porto la fede macchiata di sangue, in ricordo della mia prima vera dolce vendetta. E ora i miei piedi calcano una nuova landa, sconosciuta, dove luce e ombra convivono. Angeli solcano il cielo, magiche creature si nascondono tra le fronde dei boschi. E io ancora una volta, mi celo nelle tenebre più oscure...

Tipo: Demone delle Tenebre
Classificazione: Ingannatrice

ASPETTO:

FORMA UMANA
Capelli: lunghi, neri, lisci.
Occhi: giallo oro (caratteristica che rivela la vera natura)
Altezza: 1,70 m
Peso: 57 kg
Donna dalle forme sinuose. La pelle è di un pallore quasi eccessivo.

FORMA DEMONIACA
Capelli: una massa di code di serpente sempre in movimento.
Occhi: giallo oro (come nella forma umana)
Altezza: 2 m (più altri 3 m di lunghezza della coda di serpente).

Ha la pelle color del bronzo. Busto, viso e braccia hanno le tipiche forme di donna umana. Al posto delle gambe ha una lunga coda di serpente, del medesimo colore. I lunghi capelli sono un ammasso di code di serpente, perennemente in movimento come se avessero vita propria.

çç Cristarra çç
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Sesso: Maschile
07/04/2010 21:00
 
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BG APPROVATO

Puoi utilizzare le skill che citi al primo livello.

La Gestione


Laedo, detto l'Antico,
Capostipite della Razza dei Draghi d'Oro
Supremo Sacerdote del Culto del Drago,
Signore dei Draghi dei Regni D'Oriente.
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“Che uomo è un uomo che non rende il mondo migliore”

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